I primi anni '90 segnarono un approccio più audace da parte dei progettisti di kit e l'Italia non fece eccezione.
Se fino alla fine del 1990-91 le cose erano rimaste sostanzialmente stabili, la campagna successiva vide i produttori proporre offerte più avventurose, e ciò continuò anche nel 1992-93.
In linea di massima, le maglie da gioco delle squadre di casa erano ancora considerate sacrosante e le decorazioni erano più sottili, ma sulle strisce di cambio si poteva fare di tutto. La Fiorentina, che aveva unito le forze con Lotto, non faceva eccezione: mentre il kit viola di prima scelta era di buon gusto, quello bianco di riserva era pieno di accessori.
Indossata con pantaloncini bianchi o viola e calzini bianchi, la parte superiore del corpo e le maniche erano decorate con un motivo ripetuto in viola scuro e con un effetto sfumato. Tuttavia, in breve tempo è stato osservato in alcuni ambienti che il motivo poteva essere considerato una svastica.
Date le associazioni fasciste del fondatore della Fiorentina, Luigi Ridolfi, ciò ha generato polemiche e quindi il club e la Lotto sono stati costretti ad agire rapidamente. Un comunicato stampa ha chiarito "che l'effetto ottico (dell'immagine della svastica) è puramente casuale".
Ciononostante, si decise di produrre in fretta e furia una maglia bianca semplice, da indossare per il resto della stagione. Tuttavia, né la maglia né i gol di Gabriel Batistuta riuscirono ad arrestare il calo di forma dei viola, che con un record di otto vittorie, 14 pareggi e 12 sconfitte retrocessero in Serie B.
LE CAMICIE:
Non sappiamo se l'episodio abbia influito o meno sul rapporto Fiorentina/Lotto, ma nel 1993-94 il club ha collaborato con Uhlsport, che ha fornito un cambio di maglia con un motivo astratto, in occasione dell'immediato ritorno del club nella massima serie.
Sempre nel 1993-94, Lotto fornì al Linfield una versione modificata della "maglia con la svastica", con incisioni ben posizionate per evitare che il motivo potesse offendere.
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